giovedì 30 aprile 2015
Iniziamo a chiamare tutto questo con il nome giusto...GENOCIDIO dei palestinesi! Di Silvia Franceschini
Gradirei soltanto che si mettesse fine alle parole "Questione" "Conflitto" o "Guerra" anteposte a quelle "israelo-palestinese". Dire "mi occupo della questione israelo-palestinese" è superficiale quanto riduttivo. Una tragedia immane che a mo' di stillicidio non trova fine da ormai 67 anni, non può e non deve essere riassunta in una semplice "questione".
Dire "guerra israelo-palestinese" è come asserire che uno Stato con un esercito, aerei da combattimento, carriarmati, navi da guerra, missili e bombe..attacchi un altro Stato con esercito, aerei da combattimento, carriarmati, navi da guerra, missili e bombe! Dove l'esercito della Palestina è il popolo inerme; gli aerei da combattimento della Palestina sono gli uccelli e gli aquiloni dei bambini; i carriarmati sono le case distrutte e gli olivi sradicati della palestina; le navi da guerra sono i pescherecci di Gaza; e dove i missili e le bombe sono le pietre lanciate sui carri armati israeliani!
Iniziamo a chiamare tutto questo con il nome giusto... GENOCIDIO dei palestinesi!
Silvia Franceschini
sabato 18 aprile 2015
"E tu che pizza vuoi?" - "Un Happy Meal" - di Silvia Franceschini
"E tu che pizza vuoi?" - "Un Happy Meal".La pubblicità italiana è arrivata al punto di degradare il nostro cibo, la nostra dieta mediterranea divenuta patrimonio Unesco dal 2010, per far posto al McDonald's, pilastro fondamentale dell'economia americana a livello mondiale. Il capitalismo americano ci sta divorando tutto, mente compresa. Il 25 Aprile festeggerete la liberazione dal nazi-fascismo e l'americanizzazione del nostro Paese.
Silvia Franceschini
giovedì 16 aprile 2015
"Quello che deve essere detto" - Gunter Grass su Israele ed Iran
Gunter Grass (Premio nobel per la letteratura - (Danzica, 16 ottobre 1927 – Lubecca, 13 aprile 2015)
Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt´al più le note a margine.
E´ l´affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un´atomica.
E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l´altro paese,
in cui da anni — anche se coperto da segreto -
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?
Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d´uso corrente.
Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l´esistenza di un´unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.
Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d´Israele
al quale sono e voglio restare legato
Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l´ultimo inchiostro:
La potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi — come tedeschi con sufficienti colpe a carico -
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.
E lo ammetto: non taccio più
perché dell´ipocrisia dell´Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un´istanza internazionale.
Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia ci sarà una via d´uscita,
e in fin dei conti anche per noi.
(Traduzione di Claudio Groff)
La bella razzista dalla parrucchiera. di Silvia Franceschini
Ieri, mi trovavo dalla parrucchiera, entra una donna molto bella, viso curato, fisico longilineo..ma vistosamente claudicante, e penso subito.."poverina, una donna così giovane già con questo problema, che peccato!". La parrucchiera le chiede cosa le fosse accaduto, e lei con espressione sofferente risponde: "Zitta guarda, ho l'unghia del piede che mi sta facendo vedere le stelle"! L'unghia del piede..?!? Durante la piega inizia un'interessantissima conversazione..sulla situazione sentimentale di Belen con il marito. La signora sembra apprezzare molto la bellezza del marito..che è castano, ma ai suoi occhi è un bel ragazzo biondo!
La parrucchiera, per gentilezza, partecipa alla discussione aggiungendo che l'ex di Belen, Fabrizio Corona, è decisamente migliore..un bellissimo uomo moro, scuro, mediterraneo..interviene subito la donna sofferente per l'unghia: "A me i mori non piacciono, mi sanno di sporco".."non mi piacciono proprio i meridionali..calabresi, siciliani, sardi..con quella pelle così scura mi sanno tanto di arabo, di tunisini, quella gente lì insomma, no no per carità"!!
Se esiste ancora il razzismo nei confronti dei meridionali..c'è ancora tanta strada da percorrere.
Silvia Franceschini
martedì 14 aprile 2015
Gaza - di Eduardo Galeano
Per giustificarsi, il terrorismo di Stato fabbrica terroristi, semina odio e raccoglie alibi. Tutto indica che la macelleria di Gaza, che secondo i suoi autori vuole farla finita con i terroristi, riuscirà solo a moltiplicarli.
Dal 1948, i palestinesi vivono condannati all’umiliazione perpetua. Non possono neanche respirare senza permesso. Hanno perso la propria patria, le terre, l’acqua, la libertà su tutto. Tanto meno hanno diritto ad eleggere i propri governanti. Quando votano chi non devono votare sono puniti. Gaza è castigata. Si è trasformata in un trappola per topi senza vita d’uscita, da quando Hamas vince limpidamente le elezioni nel 2006. Qualcosa del genere era apparso nel 1932, quando il Partito comunista trionfò alle elezioni in Salvador. Bagnati nel sangue, i salvadoregni espiarono la loro cattiva condotta e da allora vissero sottomessi ad una dittatura militare. La democrazia è un lusso che non tutti meritano.
Sono figli dell’impotenza dei razzi fatti in casa che i militanti di Hamas, rinchiusi a Gaza, sparano, fallendo l’obiettivo, sulla terra che era stata dei palestinesi e che l’occupazione israeliana gli usurpò. E la disperazione, al limite della pazzia suicida, è la madre delle bravate che negano il diritto all’esistenza di Israele, grida senza alcuna efficacia, mentre la molto più efficace guerra di sterminio sta negando, da tanti anni, il diritto all’esistenza della Palestina. Di Palestina ne resta molto poca, passo dopo passo Israele la sta cancellando dalle mappe.
I coloni invadono, e dietro di loro i soldati correggono la frontiera. Le pallottole consacrano l’espropriazione in legittima difesa. Non c’è una guerra aggressiva che non dica di essere una guerra difensiva. Hitler invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush invase l’Iraq per evitare che l’Iraq invadesse il mondo. In ogni sua guerra difensiva, Israele ha trangugiato un altro pezzo di Palestina, e il pasto continua. Il divoramento si giustifica con i titoli di proprietà che la Bibbia concesse, per i duemila anni di persecuzione che il popolo ebreo ebbe a soffrire, e per la paura generata dai palestinesi in agguato.
Israele è il paese che non ha mai rispettato le raccomandazioni né le risoluzioni dell’Onu, che mai si è attenuto alle sentenze dei tribunali internazionali, è il paese che si burla delle leggi internazionali, ed è anche l’unico paese che ha legalizzato la tortura per i prigionieri.
Chi gli ha regalato il diritto di negare tutti questi diritti? Da dove viene l’impunità che permette a Israele di portare avanti la mattanza di Gaza? Il governo spagnolo non poté bombardare impunemente il Paese Basco per sterminare l’Eta, né i governo britannico pote distruggere l’Irlanda per liquidare l’Ira. Forse la tragedia dell’Olocausto implica una polizza di eterna impunità?
O questa luce verde viene dalla potenza mandataria che ha in Israele il più incondizionato dei suoi vassalli? L’esercito israeliano, il più moderno e sofisticato del mondo, sa chi uccide. Non uccide per errore. Uccide per orrore. Le vittime civili si chiamano danni collaterali, secondo il dizionario di altre guerre imperialiste. A Gaza, di ogni dieci danni collaterali, tre sono bambini. Che si sommano a migliaia di mutilati, vittime della tecnologia dello squartamento umano, che l’industria militare sta testando con successo in questa operazione di pulizia etnica. E come sempre, sempre lo stesso: a Gaza, cento a uno. Per ogni cento palestinesi morti, uno israeliano.
Gente pericolosa, avverte l’altro bombardamento fatto con la manipolazione dei mass media, che ci invitano a credere che una vita israeliana vale tanto quanto cento vite palestinesi. Gli stessi media che ci invitano a credere che sono umanitarie le duecento bombe atomiche di Israele, e che una potenza nucleare chiamata Iran è quella che distrusse Hiroshima e Nagasaki.
La cosiddetta comunità internazionale, esiste? E qualcosa di più di un club di mercanti, banchieri e guerrieri? Qualcosa di più del nome artistico che gli Stati Uniti utilizzano quando fanno teatro?
Davanti alla tragedia di Gaza, l’ipocrisia mondiale brilla di nuovo. Come sempre, l’indifferenza, i discorsi vacui, le dichiarazioni vuote, le declamazioni altisonanti, le posizioni ambigue, rendono tributo alla sacra impunità.
Davanti alla tragedia di Gaza, i paesi arabi si lavano le mani. Come sempre. E come sempre i paesi europei si sfregano le mani.
La vecchia Europa, capace di tanta bellezza e perversità, versa una lacrima mentre segretamente celebra questo capolavoro. Perché la caccia al giudeo è stata sempre una abitudine europea, però da mezzo secolo in qua questo debito storico è a carico dei palestinesi, che sono anch’essi semiti e mai sono stati antisemiti. Essi stanno pagando, in sangue contante e sonante, un conto che gli è estraneo.
di Eduardo Galeano.
(Fonte OtherNews.info; traduzione di Marina Zenobio)
Era carta, penna e voce della resistenza palestinese..
Vittorio Arrigoni (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 – Gaza, 15 aprile 2011)
Era un ragazzo pieno di vita, di ideali, di forza e di bontà d'animo. Lottava contro ogni forma di ingiustiza, contro gli oppressori, contro il male. Si era innamorato di un popolo intero, un popolo che lo aveva accolto a braccia aperte ed aveva affidato a lui il proprio destino, la speranza, un futuro...Vittorio aveva sposato la Palestina.
Viveva a Gaza insieme a pescatori, contadini, bambini..si poneva come scudo umano per proteggerli nei pescherecci, nei campi, nelle scuole e dentro le ambulanze. E' stato ferito, è stato catturato, è stato torturato..ma poi ritornava tra la sua gente, sempre più forte e sempre più tenace, con il sorriso.
Era carta, penna e voce della Resistenza palestinese.
Vittorio era...e continua ad essere, resiste dentro i cuori di chi lo ha amato, anche di chi non lo ha conosciuto.
Silvia Franceschini
domenica 12 aprile 2015
Ebrei contro l'occupazione: "25 aprile anche con i palestinesi"
Ricorre quest’anno il 70° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Noi celebriamo con gioia la fine nel 1945 della mortale oppressione in Italia ed in Europa, e con commosso ricordo celebriamo coloro che hanno combattuto e sofferto e dato il meglio di sé stessi, anche la vita, per ripristinare in Italia e nel mondo le condizioni per una vita fraterna e civile. Tra tutti costoro non distinguiamo per nazionalità: ci è grato ricordarli tutti, italiani, sovietici, jugoslavi, europei occidentali di tutte le nazioni, americani del Nord e del Sud, donne e uomini di tutto il mondo.
Vogliamo qui ricordare anche i Resistenti tedeschi: alcuni come gli studenti della Rosa Bianca che hanno pagato con la vita la loro ribellione alla crudele violenza nazista; ricordiamo con commozione i Bonhoeffer, i Willy Brandt ed altri nomi noti: ma anche coloro che, non inquadrati in nessuna organizzazione conosciuta e rimasti anonimi, hanno nei fatti del loro comportamento personale preparato il risorgere della Germania che oggi fa parte dei Paesi liberi, dopo aver seppellito l’infamia del nazismo. I più anziani tra noi ne ricordano alcuni: la loro umanità è riuscita a resistere all’infamia dell’ubbidienza agli ordini della Nazione governata dal Nazismo, che in quegli anni tragici aveva fatto adepti in molti Paesi Europei, tra cui l’Italia fascista era stata, tragicamente, un precursore.
Con orgoglio ricordiamo che da quella lotta per Libertà, Giustizia ed Uguaglianza è nata la nostra Repubblica Italiana fondata su quei valori, che sono stati sanciti nella Costituzione repubblicana (purtroppo tuttora inapplicata in buona parte), una delle più intelligenti ed umane esistenti. E’ tale proprio perché è stata elaborata dai membri di una Assemblea Costituente eletta dal popolo italiano, dove erano persone che rappresentavano modi di pensare e di sentire la vita della società molto diversi tra loro: tra loro vi erano rappresentanti cattolici di varie tendenze politiche, socialisti, comunisti, liberali. Diversi nel pensare la vita della società civile, ma tutti decisi ad organizzare una società unita da una comune, forte volontà: quella di organizzare un viver civile libero e accettabile per tutti, nel comune intento di cercare insieme, nella concordia e nella pace, le soluzioni ai problemi della convivenza civile. Tutti, dunque, antifascisti: una parola che riassume una serie di valori eticamente e politicamente positivi.
Grazie a questa volontà comune dei Costituenti, la Costituzione che ne è derivata è stata accettata anche da molti Italiani che alla Resistenza non avevano partecipato affatto, per diffidenza o timore, per incomprensione del nuovo che avanzava e dei suoi modi di avanzare, in tutti i campi: dalla lotta di Resistenza ai suoi frutti politici. Il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, lo stabilire il primato dei diritti del lavoro e dei lavoratori, i diritti fondamentali all’istruzione, alla sanità, alla pace con gli altri popoli come imperativo categorico ( art. 11 della Costituzione).
Per noi, il celebrare l’anniversario della Liberazione ha questi significati: che sono incompatibili con l’esaltazione della forza delle armi in costose parate militari. E sono incompatibili anche con la partecipazione di chi non accetti i principi sopra ricordati.
La bandiera di Israele rappresenta il Paese che di continuo ha aggredito ed oppresso il popolo palestinese, e solo pochi mesi orsono ha provocato oltre 2200 morti, per la maggior parte civili, comprese alcune centinaia di bambini: quella bandiera non può sfilare insieme alle bandiere della Liberazione. Mentre onoriamo i combattenti di allora nella Brigata Ebraica che ha combattuto come parte dell’Esercito Britannico nella 2a Guerra Mondiale anche in Italia - così come le migliaia di combattenti arabi palestinesi nell'ambito dell'esercito Britannico (sia all'interno del Palestine Regiment, a fianco di combattenti ebrei palestinesi, che in altre unità) - non possiamo accettare che partecipi alla festa della Liberazione la bandiera di uno stato, Israele, che sta opprimendo da 67 anni il popolo Palestinese, avendogli occupato la Terra e tolto i diritti umani e politici. Non ci stancheremo mai di ricordare che la bandiera di Israele non è la bandiera degli Ebrei, né della religione ebraica: è solo la bandiera di uno Stato oggi oppressore e negatore dei principi della nostra Costituzione.
I partigiani appartenenti a famiglie ebraiche che hanno combattuto nella Resistenza italiana sono onorati come ed insieme a tutti gli altri combattenti italiani della Resistenza: nè loro avrebbero accettato di essere considerati diversi, per l’essere ebrei, dagli altri Resistenti. Avendoli conosciuti, attraverso i loro scritti ed alcuni di persona, pensiamo che si ribellerebbero all’essere separati dai loro compagni di lotta antifascista.
Rete Eco - Ebrei contro l'occupazione
FONTE: http://contropiano.org/interventi/item/30173-ebrei-contro-l-oocupazione-25-aprile-anche-con-i-palestinesi
venerdì 10 aprile 2015
"Siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?" [David Ben Gurion]
martedì 7 aprile 2015
E' questa la vera Resistenza? di Silvia Franceschini
Pur essendo antifascista convinta, mi rivolgo ai compagni..
La tragedia che sta colpendo i profughi palestinesi a Yarmouk, in Siria, mi addolora, ed al contempo provo profonda rabbia verso tutti coloro che si ostinano a non vedere e a non capire, che continuano la loro agguerrita e caparbia propaganda contro il regime di Assad. Non è bastata nemmeno l'irruzione dell'ISIS in questi campi profughi a farli destare. Sono comunisti loro, e tali devono restare, fedeli nelle loro lotte antifasciste, fedeli nei loro ideali antimperialisti, anticlericali, antidittatura, anti...e non vanno oltre, non vogliono andare oltre. Per loro la dittatura va eliminata in ogni dove..per loro la dittatura è fascismo ed i fascisti vanno fermati. Loro non si chiedono come mai l'ISIS attacca sempre e solo musulmani, palestinesi e siriani mentre Israele non viene minacciato. Sono talmente accecati dall'ideologia comunista che sono disposti ad accettare, magari inconsapevolmente, l'invio di mercenari, di jihadisti islamici, nonchè dell'ISIS da parte della NATO, di Israele, degli USA, del Qatar, della Francia, dell'Italia stessa..purchè abbattano il feroce Assad. A favore, quindi, di un intervento NATO-USA-Israele, ma antifascisti fino alla morte. E intanto migliaia di civili palestinesi e siriani continuano a morire. E' questa la vera Resistenza?!
Silvia Franceschini
sabato 4 aprile 2015
"Pensiero codardo". di Filippo M.R. Tusa e Silvia Franceschini
"La grandezza di una nazione ed il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali”
Mahatma Gandhi
[Pensiero "codardo" di Filippo M. R. Tusa]:
sono un codardo. Mi auguro, se esiste la reincarnazione, di non reincarnarmi in un animale...non riuscirei a vivere le uccisioni dei miei fratelli cani lasciati agli angoli della strada sanguinanti, non riuscirei a vivere la morte di mia madre e vedere che le tagliano i suoi due denti più lunghi, non riuscirei a vedere il mio cucciolo tutto bianco ucciso con delle mazzate in testa e poi essere scuoiato, non riuscirei a vedere mio padre essere tirato fuori dall'acqua con degli arpioni e vedere l'acqua diventare rossa, non riuscirei a vedere un mio compagno affondare ed annegare nel suo stesso oceano perché qualcuno gli ha tagliato le pinne.
LA VOCE DEGLI ANIMALI CONTRO LA STESSA UMANITA' DI CUI SIAMO FATTI NON SIAMO CHE NOI. PARLA, GRIDA PERCHE' LORO NON VENGONO ASCOLTATI...NON VENGONO CAPITI.
[Pensiero "codardo" di Silvia Franceschini]:
Ma non vorrei nemmeno reincarnarmi in un ebreo e rivivere nel periodo della guerra mondiale, non vorrei reincarnarmi in un arabo palestinese e rivivere in questi sanguinosi anni sotto l'occupazione israeliana, non vorrei reincarnarmi in un curdo o un libanese, un iraniano o un siriano..e rivivere in questo periodo di atrocita', torture, decapitazioni, pene di morte. Non vorrei reincarnarmi in un indiano o un africano e vivere con la sofferenza della miseria, della poverta', di malattie mortali..Io sono ancora piu' codarda perche' non vorrei reincarnarmi ne' in un animale, ne' in un essere umano.
"La Shoah degli ebrei in Israele è una pazzesca invenzione senza base". di Ariel Toaff
"La Shoah degli ebrei in Israele e' una pazzesca invenzione senza base. Israele non vive terrorizzata dall'antisemitismo. La diaspora deve decidere, senza appellarsi ad avvocati difensori di comodo e intercambiabili.
L'occupazione deve finire, indipendentemente dalla serieta' di chi dice di volere la pace e piange le proprie (reali) sofferenze.
L'ebraismo non si riduce ai giorni della memoria, ai pellegrinaggi ad Auschwitz e alla caccia agli antisemiti, veri o presunti.
Se piangi per le tue sofferenze, sappi piangere sinceramente anche per quelle degli altri.
Gli ebrei fascisti esistono, anche se non hanno niente a che fare con la nostalgia per Mussolini. L'intolleranza e' la peggiore malattia degli ebrei "senza se e senza ma" e "amatori di se stessi" oggi. Gli sfrenati esaltatori di Israele "assediata e in pericolo", odiatori di chi parla di pace e di covivenza, sono i peggiori nemici del popolo ebraico (non dico antisemiti, perche' ormai il termine e' stato banalizzato senza rimedio).
Chi si richiama alla Bibbia per prevaricare i diritti degli altri non e' diverso da chi si richiama al Corano o ai Vangeli per prevaricare quelli di noi ebrei.
Chi minaccia e picchia (donne, bambini, avversari) i piu' deboli e' un vergognoso esempio di come l'uomo possa farsi verme.
La causa ideale per la quale spesso taluni amano dire che combattono e' come una bottiglia di profumo, che spesso ha un buon odore (non sempre), ma e' imbevibile in ogni caso per chi non sia un alcolizzato (o un lettore di Informazione Corretta)".
Ariel Toaff (Rabbino, storico e scrittore italiano)
giovedì 2 aprile 2015
"La Palestina entra a far parte dell'Aia"..riflessione di Gianluca Cagnani.
La Palestina è entrata formalmente a far parte dei 123 Paesi che aderiscono alla Corte penale internazionale dell’Aia.
Potrà denunciare lo stato israeliano, per i crimini di guerra e contro l'umanità.
E quindi, puntuale come le sue bombe sui civili palestinesi, è arrivata la stoccata sionista.
”La decisione palestinese d’aderire alla Cpi al fine di avviare procedure giudiziarie contro Israele è politica, cinica e ipocrita” ha affermato in un comunicato il ministero degli Esteri israeliano. Cinica ed ipocrita. ......
Davvero non capisco coloro che hanno sempre creduto alla buona fede di Tel Aviv, circa la reale volontà di riconoscere lo stato Palestinese.
Ma cosa aspettarsi di diverso dai criminali della Nakba? Sono armati fino ai denti, anche con il nucleare, e piagnucolano se altri vogliono percorrere la stessa strada. Si lamentano e urlano all'antisemitismo (ma perché? Forse i palestinesi, i libanesi e tanti altri non sono semiti come loro??), tattica settantennale necessaria e funzionale alla vergognosa, schifosa 'industria olocaustica' (cit. Norman Finkelstein), ma intanto sterminano civili, bambini palestinesi, e pretendono di dettare regole sulle modalità del riconoscimento dello stato di Palestina, che in verità NON vogliono (cit. Netanyahu).
Poi si stupiscono di non piacere a tanti....
Gianluca Cagnani
mercoledì 1 aprile 2015
"Hamas tratta sulla base di tre punti" di Stefano Zecchinelli
"Hamas tratta sulla base di questi tre punti: (1) ritorno ai confini del '67; (2) diritto al ritorno dei profughi; (3) Gerusalemme est capitale. Questo presuppone, ovviamente, la desionizzazione di Israele dato che Hamas non riconosce Israele in quanto Stato ebraico, vale a dire Stato razzista per soli ebrei. Ci sono, invece, componenti antimperialistiche - Brigate Al Qassam, Jihad islamica, Fplp - che fanno coincidere (giustamente !) Israele con il sionismo, quindi, sono per uno Stato unico palestinese, Stato arabo-ebraico ( quindi la decolonizzazione della Palestina storica non è incompatibile con il riconoscimento dei diritti nazionali degli ebrei ), democratico ed antirazzista. La stessa linea fu del fondatore di Hamas, il martire Ahmed Yassin. Questa seconda linea a me sembra la più coerente".
Stefano Zecchinelli
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