mercoledì 27 maggio 2015

"Famiglia tradizionale addio, matrimoni gay..priorità assoluta". di Antonio Casolaro

"Ecco perché sulla famiglia tradizionale non bisogna cedere un centimetro. Caduta la famiglia viene meno ogni legame di sangue, ogni legame solidale e il concetto stesso di comunità, in favore dell'essere individualista senza identità, in balia del mercato. dell'egoismo e degli istinti bestiali. Questa sarebbe la più grande vittoria per i poteri finanziari e per la loro ideologia demoniaca.
L'uomo cavia, spaesato e impaurito".


"Il "matrimonio gay" non interessa a nessuno se non ad una minoranza della minoranza tra gli omosessuali stessi, quantificabile in non più del 2% della popolazione.
Eppure, di punto in bianco, esso è diventato una priorità assoluta per tutti gli stati sotto l'influenza anglo-americana, un' urgenza irrimandabile.
Vi siete mai chiesti come mai? vi siete mai chiesti da dove vengono i soldi per finanziare una campagna così massiccia e trasversale? vi siete mai chiesti come abbiano fatto dal nulla ad assoggettare mass-media, associazioni e partiti politici e convertirli al pensiero unico?
Domande più che doverose credo".


Antonio Casolaro

martedì 26 maggio 2015

"I terroristi sono già tra noi" di Filippo Bovo

Hanno beccato un tunisino che era tra i pianificatori dell'attentato al Museo del Bardo e che è giunto in Italia coi barconi. Si alimenta così la paura da lungo tempo coltivata secondo cui i terroristi di al Qaeda e dell'ISIS giungeranno in Europa coi barconi, mescolati tra i migranti. Ma la realtà è diversa: i terroristi sono già tra noi. Come già ebbi modo di scrivere nel mio libro sull'ISIS, in Europa c'è un largo strato di malcontento (formato non soltanto dai figli degli immigrati o dagli immigrati di seconda generazione che dir si voglia, e che ancora non si sentono ben integrati o accettati all'interno della nostra società, ma anche da europei "purosangue" che non si riconoscono più nel loro paese e nella loro cultura d'origine e che pertanto vanno a cercarsi una nuova patria d'adozione ed elezione proprio nel Califfato) da cui il terrorismo può pescare a piene mani. Pensate per esempio a quanti europei sono andati a fare i jihadisti in Siria: non erano mica tutti di origine araba od africana. Questa situazione è figlia del fallimento di tutte le politiche sociali e culturali sin qui adottate, e perciò sarebbe bene che i nostri governanti si facessero un serio esame di coscienza.

Filippo Bovo

lunedì 25 maggio 2015

L'amore è come una lampadina... di Silvia Franceschini

L'amore è il collegamento tra 
l'interruttore, la lampadina e la luce che si accende ed illumina tutta la stanza, gli oggetti intorno a te, i tuoi vestiti, la tua pelle ed abbaglia i tuoi occhi..poi d'improvviso quella luce si spegnerà, o perchè inavvertitamente urtiamo l'interruttore, o perchè decidiamo di spegnerlo o perchè quella lampadina inizia a fare intermittenza fino a bruciarsi. E la lampadina, una volta bruciata va buttata..bisogna solo decidere se vivere al buio o sostituirla con un'altra che tornerà ad illuminare la stanza.
 
Silvia Franceschini

venerdì 22 maggio 2015

La cecità dell’Unione Europea di fronte alla strategia militare degli Stati Uniti - di Thierry Meyssan (su Rete Voltaire)



"...Le migrazioni nel Mediterraneo, che per il momento sono soltanto un problema umanitario (200.000 persone nel 2014), continueranno a crescere fino a divenire un grave problema economico. Le recenti decisioni della UE di andare ad affondare i barconi dei trafficanti in Libia non serviranno a bloccare le migrazioni, ma a giustificare nuove operazioni militari per mantenere il caos in Libia (e non per risolverlo).
Tutto ciò provocherà disordini importanti nell’Unione Europea che pare oggi un’oasi di pace. Per la classe dirigente di Washington non si tratta di distruggere questo mercato che continua a restarle indispensabile, ma di assicurarsi che non si ponga mai in competizione con essa, e di limitare il suo sviluppo..." 

 Thierry Meyssan


 Rete Voltaire: http://www.voltairenet.org/article187426.html

venerdì 15 maggio 2015

Gaza: quel muro della vergogna. di Silvia Franceschini

Lo vedi il muro? Si, proprio quello, quella montagna di cemento, così immensa, così insormontabile..lo chiamano il muro della vergogna, la vergogna che non hanno mai provato nel costruirlo. Ascolta il ragazzo che ti sta sussurrando con rabbia e sgomento.."Hanno preso la nostra terra, senza chiederlo, e senza chiederlo hanno recintato la nostra libertà, il nostro futuro, le nostre speranze..hanno reciso le nostre ali, dilaniato i nostri cuori. Quei rombi assordanti delle bombe lanciate..la terra che trema, pezzi di corpi sparsi dappertutto, penso incessantemente "ora tocca a me, ora alla mia famiglia, alla mia casa". Ogni giorno piangiamo lacrime di sangue". Ascolta il ragazzo palestinese, ti sta solo chiedendo di voler vivere e poter guardare al di là di quel muro non più case distrutte, ma prati fioriti, non più gente morta, ma alberi germogliati, non più proiettili, ma fiori colorati e profumati..

Silvia Franceschini


martedì 12 maggio 2015

"Siamo arrivati al punto in cui.." di Silvia Franceschini

 


Siamo arrivati al punto in cui la guerra è una missione di pace, 
disprezziamo le prostitute quando ci prostituiamo ogni momento e per molto meno, 
in cui l'ignoranza e la disonestà rendono forti e vengono ammirate ed imitate, 
in cui le lotte per i diritti umani e contro le ingiustizie sono state sostituite da un lieve sussurrio di lamentele,  
in cui i poveri e i più deboli chiedono aiuto ed in cambio vengono emarginati e fatti vivere nell'oblio dello sprezzo,
in cui andranno sempre avanti i furbi, i ricchi e i potenti, non per meriti ma per conoscenze giuste o perchè fenomeni mediatici,
in cui dignità e valori hanno lasciato il posto a egoismo e indifferenza.
Siamo arrivati al punto in cui siamo tutti schiavi ma fingiamo di sentirci liberi..si, fingiamo, perchè senza che ce ne accorgessimo ci è stato tolto tutto, anche il bene più prezioso..la libertà di pensiero.

Silvia Franceschini


"La guerra è pace. L'ignoranza è forza. La libertà è schiavitù." (George Orwell) 

giovedì 7 maggio 2015

"Perchè sappiamo che la Palestina..." di Marco Varasio

"Perchè sappiamo che Palestina non indica una remota regione dall'altra parte del mondo, ma semplicemente un paese sull'altra sponda del Mar Mediterraneo.
Perchè sappiamo quale sia il dramma delle donne palestinesi incinte forzate a partorire ai checkpoint israeliani.
Perchè sappiamo che la colonie israeliane sono costruite su terra rubata ai palestinesi.
Perchè sappiamo cogliere la poesia e la storia che si cela dietro una chiave tramandata da padre in figlio, per generazioni.
Perchè sappiamo che un olivo che viene bruciato, o una casa che viene giornalmente demolita, è un pezzo di dignità che viene calpestato.
Perchè sappiamo che la striscia di Gaza è la più grande prigione a cielo aperto mai esistita.
Perchè sappiamo che bombardare civili, donne e bambini non può essere chiamato autodifesa, né effetto collaterale.
Perchè sappiamo discernere la differenza tra terrorismo e resistenza armata.
Perchè è vergognoso come il diritto giuridico internazionale venga lacerato dall'impunità di cui gode un paese fondato sul genocidio di un intero popolo.
Perchè supporteremo il diritto al ritorno fino a che l'ultimo dei profughi non vedrà pienamente applicata la risoluzione ONU n° 194.
Perchè non abbiamo paura di dire che parte delle vittime di ieri, sono i carnefici di oggi.
Perchè un paese che fa di bambini prigionieri politici, non può fregiarsi del titolo di democrazia.
Perchè non ci facciamo intimidire da un paese che ad oggi ha violato 73 risoluzioni ONU, la IV° Convenzione di Ginevra, le leggi internazionali, la Convenzione sui diritti dell'infanzia, la Convenzione sulla tortura e che applica un regime di Apartheid documentato da Human Rights Watch e da varie altre ONG.
Perchè stiamo dalla parte dell'oppresso e non dell'oppressore, dalla parte dell'occupato e non dell'occupante.
Perchè anche se la comunità internazionale continua ad ignorare la più mediatica pulizia etnica nella storia dell'umanità, noi supporteremo il popolo palestinese fino alla fine.
Ecco perchè oggi ricorderemo il 65esimo anniversario della Nakba, consci che, nella vita dei palestinesi, di catastrofi ne accadono quotidianamente".
Marco Varasio

lunedì 4 maggio 2015

"Io ti conosco...ti riconosco in tantissimi ragazzini". di Simone Lunghi




"Io ti conosco, ti ho già visto.
Ti insegnavo nuoto e alla prima lezione la tua solerte mamma venne a cercarmi per dirmi che secondo lei eri il più bravo del tuo corso e mi chiese di spostarti nel livello più avanzato.
Ti ho riconosciuto, eri anche il compagno di classe di mio figlio. Quello che gli puntò delle forbici in viso e i cui genitori dissero che se la maestra non aveva visto vuol dire che il fatto non era avvenuto e che era la parola di mio figlio contro la tua.
Mi ricordo di te anche dopo; ti ho rivisto in quel ragazzino fastidioso di un Campo Estivo. Quando chiamai i tuoi genitori perché avevi messo delle cicche masticate nei capelli di una ragazzina disabile dissero che era solo una ragazzata.
Quelli come te, di solito, non riuscirebbero a finire la scuola ma il ricorso fatto dai genitori al TAR per non farti perdere l'anno va quasi sempre a buon fine.
Quelli della tua risma, quando prendono la patente hanno sempre un paparino che, con quei soldi che tanto schifi, riesce a pagare un mega avvocato per evitare i casini per quelle prove del palloncino andato a male.
Già, i soldi, hai sempre fatto l'alternativo però "i soldi per la bamba e Bloody Beetroots invece ce li hai sempre!"
Ti riconosco tutti i giorni in tantissimi ragazzini con cui ho a che fare. Giovani ai quali i genitori cercano di evitare qualunque difficoltà; questi genitori io li definisco "spazzaneve" per come cercano, costantemente, di spianare le strade ai loro piccoli, con il solo risultato che, togliendo gli ostacoli togli anche i gradini con il solo risultato di avere un figlio terra terra, capace solo di strisciare.
Ecco, visto che conosco te, e quelli come te, volevo dirti una cosa:
Sei diventato esattamente quello che mi aspettavo!

PS
Ovviamente non conosco quello che si è scoperto essere uno studente di Lacchiarella. Però mi sono imbattuto mille volte, con il mio lavoro, in realtà famigliari che permettono lo sviluppo di parassiti come questo ominide dal pollice miracolosamente opponibile con il quale commentare qualche articolo di MilanoToDay"


Simone Lunghi 
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