martedì 31 marzo 2015

"La Palestina è..." - Silvia Franceschini -




La Palestina non e' solo la gente morta ammazzata, non e' solo  poverta', miseria, paura ed angoscia. La Palestina non e' solo la fame, la disperazione, i corpi lacerati e mutilati.. La Palestina esiste, vive, e si nutre con l'amore, con la condivisione, con la lotta, con la speranza, con la fratellanza, con la forza e con gli ideali! La Palestina e' il simbolo della resistenza e della vita.
 
Silvia Franceschini

"Gaza non è la più bella delle città..." - Mahmoud Darwish

 
 
"Gaza non è la più bella delle città.
La sua costa non è più blu rispetto a quelle di altre città arabe.
Le sue arance non sono le migliori del Mediterraneo.
Gaza non è la più ricca delle città.
(Pesce, arance, sabbia e tende abbandonate dai venti, merci di contrabbando e braccia da affittare)
E Gaza non è la più raffinata delle città, o la più grande. Ma lei è equivalente alla storia di una nazione, perché è la più ripugnante tra di noi
agli occhi del nemico - la più povera, la più disperata, e la più feroce. Perché lei è un incubo. Perché lei è arance che esplodono, bambini senza infanzia, uomini senza una vecchiaia, e donne senza desiderio.
Poiché lei è tutto questo, lei è la più bella tra noi, la più pura, la più ricca e più degna di amore".

Mahmoud Darwish

"Per diventare foreign fighter contro l'Is bastano Facebook e mille euro". di Antonio Iovane / Radio Capital

ROMA - “Sei benvenuto tra noi”, mi scrivono le forze curde in Siria prima di spiegarmi la procedura per diventare un foreign fighter in quello che sarà un breve dialogo preliminare colorato dalla propaganda. Mettersi in contatto con le Ypg - le Unità di protezione del popolo - non è stato difficile, è bastata qualche ricerca e un po’ di Facebook, perché è anche dai social network che si combatte la guerra, oggi.

Le Ypg sono nate in Siria per contrastare Assad, e combattono – con risultati importanti – la guerra contro lo Stato Islamico accanto ai curdi del Pkk, mentre ai peshmerga è affidata principalmente la resistenza in Iraq. Entrare nelle unità di protezione del popolo non costituisce reato, il decreto antiterrorismo approvato il 10 febbraio prevede che sia vietato combattere all’estero (da tre a sei anni di carcere) ma c’è una deroga per chi lo fa contro l’Is o, comunque, senza avere “finalità terroristiche”. È con le Ypg che si sono arruolati, da quel che si sa, cinque italiani.





"Entra nelle Ypg, manda i terroristi all’inferno e salva l’umanità" è il messaggio che accoglie l’aspirante “leone del Rojava”, la regione controllata dai curdi a nord della Siria. Tento un abboccamento chiedendo com’è la situazione. E dopo tre ore e mezzo arriva la prima risposta. "La situazione è molto buona. Combattiamo il Califfato per tutta la parte a sud del Rojava, ora".

Quanti sono i combattenti delle Ypg in totale?
"Sono 50mila".

Ci sono molti italiani?
"Qui c’è un po’ di tutto".

Accettate anche donne straniere nelle vostre unità?
"Sì, certo. Le unità di protezione delle donne formano un terzo del nostro esercito".

E allora vengo al punto: l’arruolamento.
Come potrei fare se volessi entrare nelle Ypg?
"Sei benvenuto tra noi. Devi prendere un volo fino a Sulaymaniyah city, in Kurdistan, nel nord dell’Iraq. Ci saranno delle persone ad aspettarti. Ci occuperemo noi di tutto. Devi però prima mandarci una copia del tuo passaporto e, naturalmente, i riferimenti del tuo volo".

E come posso fare per il visto?
"Per arrivare qui non c’è bisogno del visto".

E una volta atterrato a Sulaymaniyah city dove andremo?
"Ti porteremo in auto nella base di Derek city, in Siria, a 6 ore di viaggio e 460 chilometri. Lì c’è una speciale accademia per i combattenti occidentali".

Ma sulla strada c’è Mosul, controllata dall’Is.
"Non passeremo per Mosul, devieremo verso nord".

E una volta uscito dall’Accademia?
"Spetterà a te decidere se andare sul fronte oppure no".

Nel caso in cui decidessi di non stare sul fronte dove starei?
"Sarai dietro, nelle retrovie".

Potrò portare effetti personali con me, per esempio il cellulare?
"No, e non potrai avere con te il cellulare. Ma non avrai bisogno di niente".

Ma sarei libero di lasciare l’esercito quando voglio?
"Nessun problema, potrai andare via quando vorrai".

Cosa succede se un combattente viene rapito dallo Stato islamico?
"Non c’è possibilità che tu venga rapito".

Perché?
"Di questo siamo sicuri. Facciamo in modo che le nostre unità non corrano quel rischio".

Quanto durerà questo conflitto?
"Nessuno può saperlo, sarà molto lunga."

Pensate di vincere contro l’Is?
"Vinceremo. Ma il prezzo sarà alto".

Per partire per Sulaymaniyah city (la città controllata dalle Ypg) il volo al momento più conveniente impiega 13 ore con due scali: Londra e Amman. Per mille euro ci si può ritrovare a combattere contro il Califfato.
Antonio Iovane / Radio Capital 

lunedì 30 marzo 2015

LA PIU' GRANDE RAPINA DELLA STORIA. di Ouday Ramadan.



Indagine storica fatta da fonti israeliane per non essere accusato di partigianeria araba.
Nel 1837 iniziarono i lavori per la costruzione della prima colonia ebraica in terra palestinese.
A quel tempo il numero di cittadini ebrei in Palestina era di 1.500 persone.
Tre anni dopo, il numero raggiunse 10.000, per arrivare a 22.000 nel 1881.
Il 1906 vide l'arrivo in Palestina di altri 25.000 ebrei.
Nel 1910 gli ebrei in Palestina costruirono la prima colonia agricola.
Durante la Prima guerra mondiale gli ebrei emigrati in Palestina furono 85.000.
Le loro colonie erano 44, su un'area di 418 ettari.
Il progetto sionista iniziale non prevedeva di occupare in forze la Palestina immediatamente.
Infatti i sionisti nei decenni hanno inghiottito la Palestina poco alla volta, attraverso la costruzione delle loro colonie.
La tipica colonia ebraica non è semplicemente formata da abitazioni e strade, ma è anche una vera e propria roccaforte.
All'interno della colonia abitano i miliziani assieme ai loro familiari, e vi si trovano magazzini di armi e ampie scorte di derrate alimentari per resistere in caso di assedio.
La colonia sionista gode di tutti i confort necessari ed è composta da una società non omogenea etnicamente ma al cui interno vivono numerosi ebrei diversi per nazionalità e lingua, accomunati dalla protezione delle armi.
I sionisti ebbero l'idea della costruzione della colonia ebraica rifacendosi all'esperienza americana con gli "indiani" "pelle rossa" e all'esperienza inglese in Africa ed in India.
Nell'esperienza americana, gli americani costruivano colonie fortificate dalle quali sferravano gli attacchi ai Pellerossa occupando le loro immense lande, ettaro dopo ettaro. In analoga maniera, Israele si è auto costituito attraverso l'inghiottimento delle terre, giorno dopo giorno.
Senza ombra di dubbio, questo progetto necessita di grande volontà e di lungo respiro.
Oggi si può dire che la colonia è la cellula fondamentale nel corpo israeliano.
Tutti gli Stati del mondo sono composti da città e villaggi, eccetto Israele.
In Israele esistono solo colonie, grosse e piccole.
Durante la Prima guerra mondiale il numero degli ebrei diminuì da 85.000 a 55.000. Molti di loro lasciarono la terra promessa in un contro esodo, per altre destinazioni più sicure.
Un mese dopo la promessa di Balfur, le forze britanniche occuparono la Palestina.
Il Generale inglese Allenby entrò a Gerusalemme dopo un lungo assedio alle truppe ottomane.
Dopo avere imposto il protettorato sulla Palestina, gli inglesi favorirono l'immigrazione ebraica in Palestina.
Il 1919 vide crescere l'esodo degli ebrei, provenienti da tutto il mondo, verso le spiagge palestinesi.
Nei soli tre anni successivi, centinaia di navi portarono in Palestina ben 385.000 ebrei.
Con l'appoggio del forte alleato inglese, gli ebrei iniziarono a costruire le colonie.
Vicino a Yaffa e lungo la costa venne costruita una colonia di nome Tel Aviv, che diventerà la capitale politica dell'entità sionista.
Sin dal 1917 i palestinesi e fino alla costituzione dell'entità sionista abbracciarono i fucili difendendo la loro patria.
Rare fotografie dell'epoca mostrano la bandiera palestinese, la quale mostra all'interno del triangolo una mezza luna islamica, al cui interno vi è una croce cristiana. Si tratta della bandiera simbolo dei Rivoluzionari Palestinesi.
Nel 1936 la Rivoluzione Palestinese ebbe inizio. Gli imperatori inglesi affrontarono i rivoluzionari con metodi barbari che andarono dalla tortura alla prigionia.
I Rivoluzionari Palestinesi attaccarono i convogli britannici, e quest'ultimi risposero bruciando i raccolti dei Palestinesi. Nel 1936 caddero 2.000 Martiri Palestinesi e vennero uccisi 200 soldati inglesi oltre a 350 coloni ebrei.
Gli storici filo sionisti non narrano della cacciata da Gerusalemme dei coloni ebrei, nonostante le modeste e primitive risorse dei Palestinesi. Dodici anni prima dell'occupazione della Palestina, gli occupanti inglesi costituivano scorte armate per i coloni cacciati da Gerusalemme.
Con la fine della Seconda guerra mondiale, l'esodo degli ebrei in Palestina aumentò a dismisura. Dall'isola di Cipro le navi colme di ebrei partirono in direzione Palestina, segretamente e pubblicamente, di notte e di giorno.
Il tutto accade con la compiacenza degli inglesi. Gli inglesi addestrarono le bande sioniste come l'Irgun, il WashStern e l'Haganà.
Isaac Rabin (pupillo dei pacifinti) dichiarava di essere un membro dell'Haganà.
Nel 1941 queste formazioni paramilitari ebraiche iniziarono le operazioni per aiutare i britannici ad occupare la Siria ed il Libano, che a quel tempo erano sotto la giurisdizione del governo francese di Vichy, alleato dei nazisti.
La collaborazione tra le formazioni paramilitari sioniste e gli inglesi durò fino al 1943.
Isaac Rabin raccontava dell'addestramento militare impartito agli ebrei dagli inglesi, i quali impiegarono le milizie paramilitari sioniste in azioni di sabotaggio nei confronti di Rommel, per impedire a quest'ultimo di controllare l'Egitto e di dirigersi poi verso la Palestina.
In quell'anno arrivò in Palestina un certo Menachem Begin, mentre Ben Gurion mandava i sui collaboratori in Europa ad acquistare armi. Nello stesso tempo Golda Meir girovagava negli Stati Uniti, alla ricerca degli aiuti e dei capitali necessari che permettessero a Ben Gurion l'acquisto delle armi.
Le armi arrivarono in mano agli ebrei in Palestina e il 9 aprile del 1948 le bande sioniste uccisero 240 palestinesi nella carneficina conosciuta come Deir Yassin, seminando il panico fra i civili palestinesi.
Dunque, l'entità sionista si è basata prima di tutto sulla compiacenza del suo forte alleato inglese, il quale ha permesso l'esodo degli ebrei in Palestina.
L'altro pilastro nell'istituzione dell'entità sionista era la costruzione delle colonie, da dove partivano gli attacchi ai villaggi palestinesi.
I palestinesi erano dei poveri contadini disarmati.
Poco alla volta, Israele inghiottiva i villaggi abbandonati dai palestinesi, fuggiti in massa dopo la diffusione del panico seguito ai massacri da parte dei sionisti.
Quindi, ricapitolando, il triangolo della potenza dell'istituzione d'Israele era composto da :
1. l'alleato inglese fortissimo;
2. le colonie ben armate ed addestrate dagli inglesi;
3. Il panico conseguente alle carneficine commesse ai danni dei poveri contadini palestinesi.
Otto ore prima della fine del protettorato inglese sulla Palestina, alle ore 16.00 del 15 maggio 1940 fu annunciata la costituzione dell'entità sionista con capitale Tel Aviv, la colonia più armata.
Prima di lasciare la Palestina, gli inglesi avevano informato gli ebrei del loro ritiro, dandogli la possibilità agli di conoscere le postazioni militari strategiche, affinché se impossessassero. Così le bande sioniste riuscirono a controllare il territorio palestinese, dopo una occupazione inglese durata 31 anni.
Ben Gurion, ex ufficiale britannico, annunciava la costituzione dell'entità sionista denominata Israele, diventandone il Primo Ministro nonché il simbolo della sua potenza e della sua arroganza.
In quel giorno, i coloni piangevano di gioia per la nascita d'Israele, danzando ai ritmi dell'inno della loro entità appena costituita.
Le parole di quell'inno di origine russa immagazzinavano molti significati. L'inno di Israele è intitolato Haticva, che significa la speranza.
La speranza che incita il soldato a combattere, che senza quella speranza è portato a perdere la battaglia e la causa, pure se è armato di tutti le armi di questo mondo.
Può darsi che quella speranza trovata dai sionisti e persa dagli arabi è stata la causa della nascita di Israele.
"Fino a quando risiedi nel cuore...
l'anima ebrea desidera..
avanti verso Oriente...
l'occhio guarda a Sion..
La nostra speranza non si è fermata...
Una speranza che vive da 2000 anni...
Di essere un popolo libero a casa nostra..
Terra di Sion e di Gerusalemme...."
Dall'inno sionista.
Isaak Rabin raccontava che nel giorno dell'annuncio, gli ebrei ballavano e cantavano mentre lui ed i suoi compagni sapevano che quello era solo l'inizio.
Nel giorno in cui l'Onu riconosceva Israele, i "terroristi" palestinesi iniziavano le loro azioni.
Ventiquattrore dopo l'annuncio della costituzione d'Israele, gli eserciti arabi entravano in guerra, ricevuti dai palestinesi con le rose ed il riso in segno di gioia.
Il Generale egiziano Abd El Menem Kato raccontava che nel 1948, quando ancora era allievo ufficiale, prima che terminasse l'accademia, lui e i suoi commilitoni si sorpresero nel vedersi promossi ufficiali di guerra. Raccontava che l'allora ministro della difesa egiziano Haidar Pasha li aveva convocati dicendo: ragazzi, andremo in Palestina e questa missione sarà un gioco da ragazzi, per questo vi abbiamo promosso, per difendere la patria.
Houssein Eshafiei, ex membro del Comando della Rivoluzione Egiziana, racconta che l'allora Re d'Egitto aveva convocato gli ufficiali egiziani nel Palazzo del Popolo (era la prima volta che il Re visitava quel palazzo), e da una scala di marmo si era affacciato dicendo: entriamo in guerra.
In guerra entrarono gli eserciti arabi oltre all'Egitto, La Siria, la Jordania, il Libano e l'Iraq, aiutati da migliaia di Rivoluzionari Palestinesi.
Gli arabi avevano chiamato la guerra "Guerra della Liberazione della Palestina" mentre gli ebrei la chiamavano " Guerra dell'Indipendenza d'Israele".
La terribile guerra del 1948 aveva inizialmente avuto varie vittorie arabe.
Malgrado la caduta di Acco, le truppe siriane riuscivano a liberare la città di Samakh e a conquistare le colonie di Shaeer Hagoulan e Massada.
Sul fronte Nord, i comitati popolari libanesi, insieme alle truppe statali, riuscivano a conquistare i villaggi di
Qadas e Malekia in Alta Galilea.
Nelle prime ore della guerra, l'aviazione egiziana compieva raid su Tel Aviv, spianando la strada alla fanteria, giunta a 70 kilometri di distanza.
A Gerusalemme, circa 1.500 soldati giordani, insieme ai Rivoluzionari Palestinesi, riuscivano a contrastare l'avanzata di 6.500 soldati al comando di Ariel Sharon.
Nella battaglia della difesa della città Santa Gerusalemme, le truppe arabe riuscivano a rompere l'assedio ebraico uccidendo circa 2000 soldati israeliani e ferendo persino Ariel Sharon che venne catturato dall'esercito giordano.
L'esercito giordano aveva pure medicato Sharon, trasportandolo nelle retrovie all'interno di un campo di prigionieri, per poterlo scambiare con un prigioniero arabo dopo la fine della guerra.
Che peccato.
Meglio che mi fermo qui, oppure vado avanti? Non capita tutti i giorni di vedere Sharon ferito e imprigionato.
Il 10 giugno del 1948 il Consiglio di Sicurezza intervenne all'Onu imponendo il cessate il fuoco per un mese intero.
L'Emiro Arabo Abddallah Ibn El Houssein entrò a Gerusalemme circondato da ufficiali arabi.
Venne ricevuto con tutta la gioia dei palestinesi costretti all'esilio dopo le carneficine dei sionisti.
Il paradosso della guerra del 1948 era che l'esercito israeliano fu fondato due settimane dopo l'inizio della battaglia e durante il fervore dei combattimenti con i Rivoluzionari Palestinesi (Fidayyin) e gli eserciti arabi.
Le forze sioniste dell'epoca contavano su circa 100.000 soldati fra uomini e donne, suddivisi in 12 battaglioni di fanteria, insieme a reparti corazzati e ad aerei di tipo Speed Fire e Short Stirling.
I centomila soldati sionisti, ben addestrati ed equipaggiati, affrontarono venticinquemila uomini fra soldati arabi e Fedayyen Palestinesi. I soldati sionisti erano di gran lunga più esperti di quelli arabi. La Divisione sionista era conosciuta come la divisione ebraica all'interno dell'esercito inglese, aveva combattuto insieme agli inglesi durante la Seconda guerra mondiale. Erano ben piazzati all'interno delle colonie che erano delle vere roccaforti impenetrabili. Le colonie erano suddivise in due parti, la prima era visibile mentre l'altra era sotterranea. Era composta da vari gruppi militari, in diretto contatto fra loro e muniti di sofisticati sistemi di controllo e di torri di guardia, che formavano una linea di difesa insuperabile.
Mentre gli arabi festeggiavano il ritorno di Gerusalemme, l'esercito sionista si organizzava formando i due battaglioni corazzati chiamati in gergo "il battaglione inglese" e "il battaglione russo". Possedevano solo 14 carri armati.
Il 10 luglio del 1948 la tregua veniva interrotta dando inizio di nuovo alla guerra.
Nel secondo round, l'esercito sionista ebbe la meglio. La collaborazione fra l'aviazione, le truppe corazzate e la fanteria fu stata determinante per i sionisti, segnando le sorti della guerra. L'esperienza maturata dell'ufficiale ebreo nell'esercito inglese fu stata indispensabile. Fu copiata la strategia militare tedesca nell'invasione della Polonia. Bombardare con l'aviazione ed i cannoni spianando la strada alla fanteria.
Malgrado le incomprensioni fra i reparti sionisti, dovute alle diverse lingue dei reparti, in particolare fra quelli di provenienza inglese e quelli russi, i sionisti riuscivano ad avanzare nel territorio palestinese grazie all'equipaggiamento ed all'addestramento.
Dopo due settimane dall'inizio della guerra, l'aviazione sionista, grazie all'acquisto di quattro aerei di fabbricazione cecoslovacca, riuscivano a porre fine all'avanzata dell'esercito egiziano.
I piloti sionisti erano ben addestrati rispetto ai principianti arabi, i quali videro abbattere i propri aerei, risalenti alla prima guerra mondiale, dalla contro aerea sionista d'ultima generazione.
La sintonia fra i reparti sionisti assomigliava ad una forbice, che riusciva a tagliare e a fare a pezzi l'avanzata dei cosiddetti eserciti arabi.
Riuscirono a far arretrare l'esercito egiziano fino ad Al Naqab e ad arrestare l'avanzata dell'esercito giordano.
In soli nove giorni si sanciva la battaglia dell'occupazione della Palestina. Però, le battaglie di dissanguamento sarebbero continuate fino alla fine di ottobre.
I villaggi e le città palestinesi cominciavano a cadere sotto l'occupazione sionista, da Tiberiade passando per Haifa e Safad arrivando ad Acco.
Le immagini della cavalleria sionista assomigliano a quelle dei film dei cow-boy alla conquista dei villaggi dei "pelle rossa".
Alla fine di ottobre cadeva l'alta Galilea. Al di là del giudizio tecnico su quella guerra, e lontano dalla storia dei tradimenti, i soldati arabi hanno scritto pagine di Dignità. I soldati ed i Rivoluzionari Palestinesi riuscivano ad uccidere ben 6.373 soldati sionisti. Questo numero supera la somma di tutti i soldati sionisti uccisi nelle cinque guerre successive.
L'esercito Egiziano, malgrado il non equipaggiamento riusciva a combattere con Onore fino alla morte. Gli eroici soldati egiziani attaccavano le fortificazioni dei sionisti con l'arma bianca e senza alcun carro armato a difesa. I loro fucili erano delle vere patacche vendute dagli europei. Malgrado ciò i soldati egiziani riusciva ad infliggere pesanti perdite nelle fila dei sionisti.
Il male equipaggiato esercito egiziano riusciva ad arrivare a 15 kilometri da Tel Aviv, assediando la cittadina di Sdoud.
Il glorioso esercito iracheno era riuscito ad assediare Haifa ma ad un passo dalla capitolazione dei sionisti in quella città, gli ordini del comando politico a Bagdad furono di battersi in ritirata.
Giamal Abd Ennaser raccontava: la nostra sconfitta nel '48 fu dovuta alla non unità dei comandi, e ai tradimenti di Bagdad.
Un intero popolo è dovuto fuggire per lasciare il posto ad un altro popolo.
Quello che hanno realizzato gli ebrei sparsi nel mondo è un vero miracolo. Un popolo che non esisteva è riuscito a cacciare un popolo che esisteva da duemila anni. Cacciare il popolo palestinese che viveva in una regione con una schiacciante maggioranza musulmana è un fatto straordinario.
Il 4,5% di ebrei riusciva ad avere il dominio sul 95,5 % di autoctoni.
Come hanno potuto, gli ebrei sparsi nel mondo, avere il dominio su una terra, senza aver minimamente il diritto ad averne il dominio?
Come hanno potuto mantenere questa sorte di illegittimità facendola diventare diritto per oltre sessant'anni?
Gli ebrei arrivati in Palestina da ogni dove sono riusciti a compiere la più grande rapina della storia, saccheggiando terreni, case, bestiame.
Dalle tende alle colonie d'Israele di oggi. La Storia continua. Vi ho raccontato il saccheggio della Palestina ma prometto di raccontarvi prossimamente i chiodi del sigillo della sua bara in un futuro prossimo.
Spero di non avervi annoiato.
Mi dispiace per chi vuole strumentalizzare la causa palestinese, talvolta comunista, talvolta fascista.
Ma come dice il mio Compagno Alessandro Leoni è questione di Dignità Umana.


Ouday Ramadan

Lega, alleanza con Netanyahu. E Salvini prepara il viaggio in Usa. di Alberto Maggi


"Nonostante le posizioni personali dobbiamo supportare Netanyahu e il suo governo perché è stato eletto democraticamente", ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervistato dalla tv israeliana i24 News. "Netanyahu sa cosa fare e sono sicuro che vuole la pace in Medio Oriente, che significa pace nel Mediterraneo. Anche per questa ragione, ho incontrato il premio Nobel per la pace Shimon Peres". Dietro le parole del Governatore si cela nuova strategia del Carroccio. Con la guida di Matteo Salvini c'è stato prima l'accordo strategico con Marine Le Pen e ora una sorta di unità di vedute con la destra israeliana. Il tutto nell'ottica delle sempre più aspre critiche del leader leghista a Barack Obama, certo non amico di Netanyahu, con l'ipotesi di un viaggio ufficiale dello stesso Salvini a Washington per incontrare i big repubblicani. Insomma, le parole di Maroni confermano una svolta del Carroccio anche a livello internazionale. Alleati di Putin, del Front National e della destra israeliana e americana.

 Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74) per Affaritaliani.it


FONTE: http://www.affaritaliani.it/politica/maroni-lega-israele-360693.html?refresh_ce

domenica 29 marzo 2015

Clint Eastwood: "Era meglio tenersi Hussein e Gheddafi"


Forse era meglio tenersi Saddam Hussein e Muammar Gheddafi. Ad affermarlo è il regista americano Clint Eastwood, regista del discusso film "American sniper" sulla vita di un cecchino americano in Iraq. "Continuiamo a cercare di insegnare la democrazia alle altre culture, ma in alcuni casi serve un dittatore perchè le cose funzionino", afferma Eastwood in una intervista al magazine tedesco Focus.

 
"Abbiamo cacciato Saddam Hussein e lo abbiamo eliminato, tutto questa suona molto bene, ma alla fine la situazione va male lo stesso se non peggio", ha continuato il regista e attore, vicino al partito repubblicano. Un simile ragionamento può applicarsi secondo Eastwood anche alla Libia: "pensavamo di portare la salvezza, ma il paese sta forse meglio? Regnano il caos e la guerra, le milizie dello Stato Islamico estendono il terrore. Gheddafi era un tiranno, questo è vero. Ma sotto il suo regime la gente viveva in pace".


Articolo pubblicato il: 20/02/2015 da Adnkronos
http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2015/02/20/libia-clint-eastwood-era-meglio-tenersi-saddam-gheddafi_WxVU7OPbXXTs5JKCN9FLlM.html?refresh_ce

venerdì 27 marzo 2015

Un solo Stato musulmano, ebraico e cristiano, libero dal sionismo. di Abu Obaida Shakir


Parte dell'intervista ad Abu Obaida Shakir, portavoce e dirigente della Jihad Islamica in Libano

 D. Perché la Resistenza?
R. Perché i processi di pace, in tutte le loro forme, non sono stati capaci di porre fine all'occupazione sionista, alla sua espansione e all'aggressione contro la nostra gente. Negoziati e trattative non hanno cambiato il fatto che il nostro popolo soffre sotto occupazione. Siamo gente che ama la vita, ma siamo anche attaccati alla nostra terra e siamo quindi pronti a morire per la vita, la dignità la libertà. Il martirio è un mezzo per tenere in vita il nostro popolo, è la dimostrazione che siamo pronti a morire per una giusta causa. Non lottiamo perché amiamo la guerra, ma per riconquistare i nostri diritti e per obbligare i sionisti a lasciare la Palestina. Pace per noi significa smantellare il progetto sionista imperniato sulla creazione di uno stato in terra altrui e sul rientro dei coloni nei paesi da cui sono venuti. Questo significa che la Palestina ritorni al suo popolo legittimo. Ottenuto questo, siamo pronti a vivere insieme con i nostri fratelli cristiani ed ebrei in uno stato liberato dal sionismo. Non lottiamo contro gli ebrei perché sono ebrei, ma perché sono aggressori e occupanti di una terra che non è loro e causa dell'espulsione del popolo palestinese. Sottolineo questo punto così che nessuno equivochi le cose. La comunità internazionale sfortunatamente non appoggia noi, ma l'occupante sionista. Questa è la conseguenza del predominio sionista e americano nelle istituzioni della comunità internazionale. La pace può esserci solo se basata sulla giustizia, il che significa dare ad ognuno i propri diritti; fino a quando i Palestinesi soffriranno l'occupazione e l'espulsione, la bilancia della giustizia è rotta. Noi consideriamo il nemico sionista, e il regime americano che lo sostiene, il vero pericolo per la pace in questa regione e nel mondo intero. Gli americani pretendono di essere i campioni dei diritti umani, mentre aggrediscono l'essere umano, e in nome della democrazia strangolano la democrazia".


Fonte:  http://www.antimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1164:luno-stato-comune-per-musulmani-cristiani-ed-ebreir&catid=5:terra-di-palestina-cat&Itemid=13

IMMIGRAZIONE: sei di Destra o di Sinistra?



Rispondo ad un articolo scritto da Fabrizio Marchi sul giornale on line "l'Interferenza": 
http://www.linterferenza.info/editoriali/la-nuova-destra/ 
in cui si fa riferimento ad un commento che una signora (Lucia, nome fittizio) avrebbe lasciato in un post riguardante il tema dell'immigrazione..il commento in questione era questo:
“Infatti non sono nazionalsocialista. Loro partivano sempre dalla razza. Io me ne frego della razza. Semplicemente non voglio qui barconi di africani senza arte ne” parte, che dobbiamo mantenere e che diventano arroganti e pretendono. A te piacciono? Ti senti arricchito? Ti senti buono? Be’ io no”.

Fabrizio Marchi scrive sulla signora.."

[Ecco, da molto tempo ci si interroga se abbia ancora un senso parlare di Destra e di Sinistra. La signora Lucia (che non è certo la sola a pensarla in quel modo) è la dimostrazione vivente e concreta che le categorie di Destra e di Sinistra, al di là della loro attuale declinazione storico-politica per lo meno dagli ultimi trent’anni in poi (due varianti dello stesso sistema che fingono di litigare nei talk show), sono di fatto tuttora attualissime. Chi sostiene che debbano essere concettualmente superate è in grave errore e nella gran parte dei casi in malafede, perché quello che quei signori (nella loro grande maggioranza, anche se non tutti…)  vorrebbe in realtà superare è il concetto di Sinistra, non quello di Destra.
Come definire infatti una persona che ragiona come la “nostra” Lucia? Certamente non una persona idealmente e concettualmente di Sinistra, questo è poco ma sicuro.
La signora Lucia è una persona di Destra, senza se e senza ma. Di più. Il suo modo di concepire le cose è tipico di quella cosiddetta “nuova Destra” (che oggi va molto di moda) che di nuovo, a mio avviso, ha ben poco, ma di Destra mantiene invece molto].

A mio parare, la signora "Lucia" è soltanto una donna ignorante, una vittima impaurita del nostro Sistema, che l'ha portata ad esprimersi nei confronti di quelle altrettanto vittime in maniera incivile, probabilmente spinta anche da una rabbia repressa nei confronti di questa forte crisi che ha colpito volutamente il nostro Paese. E subito pronti ad additarla come nazionalsocialista, razzista, fascista o appartenente alla nuova destra. Questo collocare a tutti i costi un individuo alla destra o alla sinistra sta diventando deleterio. Il problema degli "immigrati" deve essere affrontato purtroppo, nel bene o nel male. Siamo arrivati al punto che non possiamo nemmeno definirli immigrati, è un termine dispregiativo. Sta di fatto, però, che i barconi continuano ad attraversare il Mediterraneo, il numero dei morti annegati cresce in maniera esponenziale...il territorio italiano non è vasto, se ogni settimana continuano a sbarcare 200/300 PERSONE di altri paesi dove e come vivranno, o meglio sopravviveranno?! Tutti gli Stati limitrofi hanno chiuso le frontiere, noi invece, per dimostrare al mondo intero che non siamo un Paese razzista, li accogliamo. Il nostro governo ha portato l'Italia in una situazione di grave deficit economico-finanziario, come può pensare di gestire questa tragica situazione? Ricordo un'intervista ad Alessandro Di Battista, deputato del m5s, di poco tempo fa, al quale era stato chiesto cosa ne pensasse dei "clandestini", la sua risposta fu "«Dovunque vado le persone mi fermano e mi dicono: ‘Guarda, io non sono razzista, ma sono troppi”...“Io non capisco cosa c’è di razzista nel dire: ‘Oggi i clandestini sono troppi’. Cosa c’è di razzista?”.,e su tutti i giornali.."Dichiarazioni shock di Di Battista".."Di Battista fascista, come Grillo e tutto il m5s"..! Insomma, la signora Lucia è fascista e nazionalsocialista, Di Battista è fascista, per non parlare dei cittadini di Lampedusa..tutti fascisti! Va bene. Il problema si è risolto?

Silvia Franceschini

giovedì 26 marzo 2015

"L'ospite invasore" di Ilan Pappè

"Dal punto di vista dei coloni, non conta perchè gli ebrei siano giunti in Palestina alla fine dell' '800 e quanto buoni o cattivi fossero, non importa se tra le mani avessero Marx, la Bibbia o la nuova Bibbia, il fatto è che sono andati ad insediarsi in un'altra terra. L'unico modo per cui puoi andare a casa di altri è solo come ospite, qualsiasi altro modo non funziona. Non importa se l'ospite sia o meno una persona carina, il fatto è che quando l'ospite si mette in testa che la casa in cui è ospitato o metà della casa in cui è ospitato diventa la propria casa, non è più un ospite ma un invasore". 



* Ilan Pappé - Roma, 16 Febbraio 2015 *

La coerenza che Erri De Luca non ha. Silvia Franceschini

Come scrisse Vittorio Arrigoni riferendosi ad Erri de Luca, Roberto Saviano e a Marco Travaglio.."Auguro a questi tre sionisti una malaria incurabile: la coerenza". Già, la stessa coerenza che porta Erri de Luca a lottare eroicamente al fianco dei NO TAV, ma che è a favore di Israele. Chi è con Israele non avrà mai la mia solidarietà per le altre cause per cui lotta.
È pura ipocrisia parteggiare per un paese che rappresenta la più grande ingiustizia su questa terra e poi lottare soltanto per la giustizia nel nostro Paese.




Erri de Luca:
"Un muro che separa, fa male ma non è fame. Le serre degli insediamenti ebraici smantellati a Gaza sono state distrutte dalla proprietà palestinese reintegrata nei suoi territori. Non è mossa di fame. La legittima elezione di Hamas al governo della Palestina ha delle conseguenze internazionali come il taglio dei fondi di paesi esteri ma non è assedio, non è Sarajevo".


Silvia Franceschini

mercoledì 25 marzo 2015

Discorso tipico dello schiavo. di Silvano Agosti

 
"Uno degli aspetti più micidiale dell’attuale cultura, è di far credere che sia l’unica cultura...
invece è semplicemente la peggiore.
Gli esempi sono nel cuore di ognuno... per esempio il fatto che la gente vada a lavorare
sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare.
Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo,
del letto, della macchinetta…?
Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi
penso: “Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l’unica vita che ho, perché non ne
avrò un’altra, c’ho solo questa.. e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte, 6 giorni alla
settimana e mi lasciano un miserabile giorno, per fare cosa?! Come si fa in un giorno a
costruire la vita?!”

Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero
perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire…
Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta: “Questi stanno rubandomi la vita,
in cambio di mille euro al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro
il cui valore è inenarrabile”
Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere miliardi e un essere
umano mille euro al mese, bene che vada.
Secondo me poi, siccome c’è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono
aumentati almeno 100 volte… e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte!
Invece no! L’orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che mi stanno rubando il bene più
prezioso che mi è stato dato dalla Natura.
Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella, mettiamo, di fare l’amore…
Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono
obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l’amore otto ore al giorno… sarebbe una
vera tortura. E quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è
certamente più gradevole di fare l’amore, no?! Per esempio il fatto che la gente vada a
lavorare sei giorni alla settimana… certo c’ho il mitra alla nuca, lo faccio, perché faccio il
discorso: “Meglio leccare il pavimento o morire?”
“Meglio leccare il pavimento” ma quello che è orrendo in questa cultura è che
“leccare il pavimento” è diventata addirittura una aspirazione, capisci?
Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare 8 ore al giorno e debba essere pure
grato a chi gli fa leccare il pavimento, capisci? Tutto ciò è mostruoso…
“SI VABBE’ MA ORMAI E’ IRREVERSIBILE LA SITUAZIONE…”
…Si, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello
schiavo, no?! Il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte.
Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto
quello che non è più capace di immaginarsi la libertà.
Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la
Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà
detto: “Eh si! sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mò arrivi te
a dire questa stronzata… e come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?” e lui: “Non è
affar mio, signori…”
“Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così
tutto torna nell’ordine delle cose”… hai capito? Perché tutto l’Occidente vive in un’area
di beneficio perché sta rubando 8/10 dei beni del resto del Mondo.Quindi non è che noi
stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina, ecc… no!
E’ un sistema politico che sa rubare 8/10 a 3/4 di Mondo e da un po’ di benessere a 1/4
di Mondo, che siamo noi.
Quindi, signori miei, o ci si sveglia, o si fa finta di dormire…
o bisogna accorgersi che siete tutti morti!


Silvano Agosti 

https://www.youtube.com/watch?v=5YANjIKfNEo

martedì 24 marzo 2015

"Vi auguro di essere eretici.." don Luigi Ciotti

«Vi auguro di essere eretici, ma nel senso greco del termine (eresia significa scelta, ndr): vi auguro quindi di scegliere.
Eretico è colui che più della verità ama la ricerca della verità, colui che impegna la propria libertà per chi non è libero. Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell'indifferenza. I cittadini responsabili sono coloro che non si dimenticano mai che legalità e giustizia si devono saldare insieme». 

[don Luigi Ciotti]
  
don Luigi Ciotti

Durante la permanenza a Gubbio ebbi l'onore di cenare al fianco destro di questo grande uomo..si girò verso di me e mi sussurrò queste parole: "La vera forza in una coppia sta nell'essere sempre uniti, nel rispetto e nella fedeltà. Se resterete sempre vicini e uniti nessuno riuscirà mai ad attaccarvi".


Silvia Franceschini

In sole due righe un mix di razzismo, omofobia ed islamofobia.




Alcune precisazioni:

1 - Roma è nata pagana
2 - L'Italia è nata con diverse religioni
3 - L'imperatore Settimio Severo era nato in Libia e Eliogabalo era Siriano
4 - L'imperatore Adriano era gay.
5 - Giulio Cesare era notoriamente bisessuale (soprannominato il marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti...)
6 - Sant'Agostino era Algerino e nero
7 - Gesù era ebreo e palestinese. A Roma non è mai andato e i romani lo hanno lasciato crocifiggere.
8 - Il cristianesimo divenne solo in età tarda religione accettata dall'Impero. Fra l'altro più a oriente (Costantinopoli) che a Roma (che era già vittima di scorribande di popolazioni pagane del nord Europa).
9 - L'omosessualità era largamente praticata e accettata in tutto l'impero.
10 - Musulmana si scrive con una S sola.

lunedì 23 marzo 2015

"NON ESISTE IL MALE, MA L'ASSENZA DEL BENE" di Silvia Franceschini



Einstein non era ateo, ha sempre dato una spiegazione scientifica sull'esistenza di Dio. Un tempo scrisse.."Credere alla teoria del Big Bang è come credere che un fulmine colpisca una miniera di ferro ed esca fuori una locomotiva" . 
Secondo Einstein esiste un essere spirituale, scientificamente al di sopra dell'essere umano, che ha creato l'universo.
Sempre Einstein in un convegno universitario in cui partecipò come studente, dibattendo con un professore sostenne che "il male non esiste, è soltanto una definizione che l'uomo ha inventato per descrivere l'assenza di Dio; il male è il risultato dell'assenza di Dio nel cuore degli esseri umani..come non esiste il freddo, ma la mancanza di calore, o come non esiste l'oscurità, ma la mancanza di luce".

Silvia Franceschini

"Ero a Damasco, una bellissima città accogliente,quando è cominciato tutto.." di Antonino Salerno

 

 
"Ero a Damasco, una bellissima città accogliente, la Pasqua del 2011, quando è cominciato tutto in un villaggio ai confini con la Giordania. Sentii subito puzza di bruciato quando i quotidiani stranieri, italiani inclusi, cominciarono a pubblicare notizie di grandi manifestazioni anti Assad nella capitale, di feroce e sanguinosa repressione davanti la moschea degli Ommayadi, nel centro storico. Peccato che il figlio della mia compagna vivesse lì da più di un anno, in una casa che si affacciava proprio sulla moschea. Era lì per perfezionare l'arabo classico all'Università insieme a decine di studenti stranieri. Nessuno di loro. americani, francesi, danesi, aveva visto alcuna manifestazione nè episodi di repressione sanguinaria davanti la moschea. Chiedemmo anche all'ambasciata italiana se era sicuro rimanere lì a studiare e ci risposero che era tutto tranquillo e non stava succedendo alcunchè a Damasco. Le proteste popolari ci sono state inizialmente ma sono subito state utilizzate come scintilla per un piano già pronto, volto a far cadere quel governo. Testimone oculare".

di Antonino Salerno

Preghiera sul coraggio. di Kahlil Gibran

E' anche una preghiera per chi non crede..


"Dammi il supremo coraggio dell'Amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose
o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore
e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita nella morte,
alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore
che accetta l'offesa,
ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
Dammi la forza di amare
sempre
e ad ogni costo".




https://www.youtube.com/watch?v=i8dl32t0qnw&feature=share






Israele, Obama mai così duro: “Parole di Netanyahu rendono più difficile la pace” di Roberto Festa su "Il Fatto Quotidiano"

Il giorno prima del voto del 17 marzo il premier israeliano aveva affermato che “con me come premier, non ci sarà uno Stato palestinese” con lo scopo di raccogliere il voto della destra dei coloni, dei nazionalisti, degli ortodossi religiosi. Parole che, afferma il capo della Casa Bianca, “confliggono con la natura più profonda della democrazia israeliana”.

 
Chi avesse creduto, o sperato, in un mutamento di rotta nei rapporti tra Barack Obama e Benjamin Netanyahu dopo le elezioni israeliane, si deve ricredere. In un’intervista all’Huffington Post pubblicata sabato, Obama dice che le affermazioni fatte dal premier israeliano nelle ultime ore della campagna elettorale “rendono più difficile” il percorso verso la pace e “confliggono con la natura più profonda della democrazia israeliana”. Mai, nel passato, un presidente americano era andato così a fondo nel criticare la politica di un primo ministro israeliano.
Obama ha atteso due giorni pieni prima di telefonare a Netanyahu e congratularsi per la vittoria elettorale. Un segno che lo “sgarbo” compiuto da Netanyahu con il suo discorso al Congresso Usa – invitato dai repubblicani senza passare per la Casa Bianca – non è stato dimenticato. Nell’intervista, Obama comunque rivela che la telefonata a Gerusalemme non è stata di pure congratulazioni. Anzi. Il presidente americano si sarebbe lanciato in una critica piuttosto articolata di quanto detto da Netanyahu in campagna elettorale, sino a paventare la possibilità che l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti di Israele, soprattutto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, potrà cambiare.
 Obama si sarebbe anzitutto lamentato con Netanyahu per le affermazioni contrarie alla soluzione dei “due Stati”. “Gli ho fatto presente che, considerate le sue dichiarazioni pre-elettorali, diventa difficile trovare un percorso che permetta di credere che i negoziati sono possibili”, ha spiegato Obama. Il giorno prima del voto Netanyahu aveva affermato che “con me come premier, non ci sarà uno Stato palestinese”; un’affermazione che aveva lo scopo chiaro di raccogliere il voto della destra dei coloni, dei nazionalisti, degli ortodossi religiosi, e che il premier, una volta vinte le elezioni, ha in qualche modo ritrattato, spiegando di essere a favore della soluzione dei due Stati, “se le condizioni sul terreno lo permetteranno”.
Obama mostra di non aver gradito le oscillazioni a caccia di voti di Netanyahu precisa: “Bene, prendiamo le sue parole per buone quando dice che uno stato palestinese non nascerà mai durante il suo periodo come primo ministro, e a questo punto dobbiamo valutare quali altre opzioni sono disponibili per far sì che nell’area non si sviluppi una situazione caotica”. Obama va ancora più in là e spiega che quanto promesso da Netanyahu a coloni e religiosi non può in nessun modo essere accettato dall’amministrazione americana: “Non si può accettare un perpetuo status quo, che allarghi gli insediamenti – semplicemente questa non è una ricetta che garantisca la stabilità della regione”.
Gli accenti più duri Obama li trova sul tema dell’appello – che molti in Israele hanno bollato come “razzista” – fatto da Netanyahu agli elettori di destra il giorno delle elezioni. Per convincerli ad andare ai seggi, Netanyahu aveva lanciato l’allarme sugli arabo israeliani “che vanno a votare in massa”. “Abbiamo fatto presente a Netanyahu – dice ora Obama – che questo tipo di retorica è contraria alle migliori tradizioni di Israele; che sebbene Israele è stata fondata sulla necessità di una patria per gli ebrei, la democrazia israeliana si fonda sulla premessa che ognuno nel Paese sia trattato in modo giusto e paritario”. Se questo non dovesse avvenire, chiosa Obama, in quella che è forse la parte più dura e perentoria dell’intervista, “non soltanto si daranno munizioni a coloro che non credono in uno Stato ebraico, ma comincerà a erodersi anche il significato di democrazia nel Paese”.
Nessun presidente americano, nel passato, era mai arrivato a usare accenti così forti nei confronti di un leader regolarmente eletto di Israele; sino quasi a mettere in discussione la natura democratica e pluralistica del progetto politico in corso a Gerusalemme. Nella capitale israeliana, in questo momento, tra i politici, sui media e nelle élite culturali e sociali è in corso un dibattito su dove questa ormai manifesta insofferenza di Washington potrebbe condurre. Escluso che gli Stati Uniti possano ripensare l’aiuto alla Difesa di Israele – 3 miliardi di dollari all’anno – l’ipotesi più probabile è che l’amministrazione Usa possa ammorbidire la sua opposizione al riconoscimento dello Stato palestinese. L’ipotesi, fantascienza sino a qualche mese fa, appare ora una possibilità, soprattutto se i rapporti personali tra Obama e Netanyahu dovessero continuare a precipitare. Per il governo israeliano, a questo punto, una possibile via
d’uscita verrebbe soltanto dal prossimo, convulso inizio della campagna presidenziale Usa, e dall’arrivo sperato alla Casa Bianca nel 2016 di un presidente repubblicano.


di Roberto Festa "Il fatto Quotidiano"

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/22/israele-obama-mai-cosi-duro-parole-netanyahu-rendono-difficile-pace/1527383/

venerdì 20 marzo 2015

"Scrivere è resistere.." di Silvia Franceschini

 
Se pubblico una foto di P.zza Montecitorio con una verosimile Menorah sulla pavimentazione, SONO ANTISEMITA;
se condivido il pensiero di Dolce&Gabbana sulla fecondazione in vitro da parte di coppie gay, SONO OMOFOBA, peggio ancora MILITANTE DI FORZA NUOVA;
se sono a favore della famiglia tradizionale,"SONO UNA BIGOTTA CATTOLICA ANACRONISTICA";
se pubblico Di Battista (m5s) "SONO UNA DEMENTE/FASCISTA GRILLINA";
se commento a favore delle pari opportunità "SONO UNA FEMMINISTA";
se commento contro le forze dell'ordine "SONO TROPPO DI SINISTRA";
se scrivo una parolaccia "SONO TROPPO POCO DIPLOMATICA";
se non condivido il negazionismo storico dell'Olocausto "SONO UNA CRETINA";

Ebbene, "Scrivere è resistere.." e io continuerò a portare avanti A MODO MIO la mia Resistenza.

Silvia Franceschini

mercoledì 18 marzo 2015

ISRAELE. Netanyahu stravince le elezioni - NENA NEWS




di Michele Giorgio

Gerusalemme, 18 aprile 2015, Nena NewsBenyamin Netanyahu non ha vinto, ha stravinto le elezioni legislative israeliane. Il suo partito, il Likud, ha conquistato 29  seggi (potrebbero salire a 30 con la conta dei voti dei soldati), mentre Campo Sionista del suo rivale, il laburista Yitzhak Herzog, solo 24.
A questo punto, secondo i media e contro gli exit-poll che ieri sera alla chiusura delle urne avevano dato i due partiti avversari alla pari, Netanyahu è in grado di formare una maggioranza solida con i suoi partner della destra estrema. Il partito centrista Yesh Atid, forte di 11 seggi, peraltro non esclude di entrare nella nuova maggioranza guidata dal Likud e altrettanto potrebbe fare Kalanu (10 seggi), il partito guidato da Moshe Kahlon, rappresentante della cosiddetta destra sociale, al quale qualche giorno fa Netanyahu aveva offerto il ministero delle finanze.
“Sono fiero per la grandezza di Israele, Ora dovremo formare subito un governo nazionalista forte e stabile”, ha detto Netanyahu escludendo definitivamente l’ipotesi di esecutivo di unità nazionale che si era affacciata ieri sera su proposta del capo dello stato Reuven Rivlin. Il vincitore ha già preso contatto con i leader della destra con i quali intende dare vita alla nuova coalizione. Netanyahu potrà contare anche su Yisrael Beitenu, il partito antiarabo del ministro degli esteri Avigdor Lieberman che, dato dai sondaggi fuori dalla Knesset, ha conquistato invece sei seggi. “Per noi è una vittoria”, ha commentato Lieberman “nonostante il tentativo di grandi forze di annientarci. Nessun altro partito sarebbe sopravvissuto a questa battaglia. Non è stata solo una lotta politica, siamo stati di fronte ad un annientamento mirato di un intero gruppo politico. Ci siamo confrontati contro grandi forze. Molti, anche nei media, hanno fatto fronte comune per eleminarci, ma non ci sono riusciti”.
Il terzo gruppo parlamentare alla Knesset sarà la Lista Araba Unita, con ben 14 seggi. Un risultato mai raggiunto che offre alle formazioni politiche che rappresentano la minoranza palestinese (20% della popolazione) in Israele la possibilità di mettere in piedi una opposizione forte all’offensiva, anche legislativa, della destra guidata da Netanyahu contro i cittadini arabi.

Tacciono in queste ore Herzog e l’alleata Tzipi Livni, passati dall’illusione della vittoria all’amarezza di una sconfitta quasi umiliante. Forte delusione anche per il Meretz, la sinistra sionista, che con grande fatica ha superato la soglia di sbarramento conquistando il minimo: quattro seggi. La leader Zahava Galon ha annunciato la sua rinuncia al seggio per permettere l’ingresso nella Knesset a Tamar Zandberg, quinta sulla lista presentata alle elezioni e astro nascente del partitino.
   Israele si conferma un Paese di destra, sempre più estrema. I dirigenti dell’Autorità nazionale palestinese, pur senza proclamarlo pubblicamente, avevano sperato nella sconfitta di Netanyahu. Si annunciano ora nuovi scontri diplomatici, subito, a partire dal Primo aprile quando la Palestina entrerà a far parte della Corte Penale Internazionale e potrà chiedere una indagine per crimini di guerra contro Israele. Tra molti palestinesi in ogni caso si riteneva inutile e persino dannosa la vittoria del centrosinistra che, a loro dire, non avrebbe cambiato la situazione sul terreno, ma avrebbe comunque garantito a Herzog e Livni  il sostegno dei governi occidentali.

Senza dubbio non brinda alla vittoria di Netanyahu neanche il presidente americano Barack Obama che mantienre rapporti personali molto difficili con il leader israeliano. Noto è lo scontro tra i due riguardo al possibile accordo internazionale sul programma nucleare iraniano. Comunque Obama in questi anni non ha mai fatto mancare a Israele l’appoggio decisivo degli Stati Uniti in diverse importanti circostanze alle Nazioni Unite e in altri ambiti internazionali contro i diritti dei palestinesi. Nena News

 http://nena-news.it/israele-netanyahu-stravince-le-elezioni/

martedì 17 marzo 2015

Lettera aperta a Claudio Pagliara - di Silvia Franceschini

Era il lontano settembre del 2011, il signor Claudio Pagliara era, tanto per cambiare, corrispondente RAI per Israele. Aveva pubblicato su Facebook una delle sue tante "notizie" sul conflitto israelo-palestinese, erano intervenuti  diversi propalestina che lui aveva definito "HACKER", e si era rivolto a loro scrivendo "non hanno orecchie per ascoltare pur pensadola diversamente". Avevo deciso di scrivere anch'io la situazione reale in Palestina. Ovviamente il mio intervento è stato cancellato e io bannata.


 
"Egregio Signor Pagliara, come vede questa è la mia faccia, questo è il mio vero profilo..non sono un'hacker (credo che lei volesse dire TROLL non hacker!). Nessuno di noi è un troll, siamo tutti veri, non abbiamo assolutamente bisogno di nasconderci. In genere si nasconde colui che ha paura, colui che ha torto..noi non abbiamo nè paura nè torto nel raccontare tutte le verità sulla nostra amata Palestina! La palestina è sotto assedio da 63 anni!! Il governo israeliano sta sterminando l'intera popolazione palestinese..a Gaza la situazione è terrificante: gli abitanti sono ridotti alla miseria più totale: i pescatori non possono più pescare il loro pesce perchè se superano le 3 miglia vengono mitragliati dalle navi militari israeliane; i contadini non possono andare a coltivare le loro terre e se lo fanno devono sbrigarsi altrimenti vengono mitragliati dai soldati israeliani; quel poco cibo che riescono a mangiare sa di gas, tutti i loro indumenti sanno di gas; il governo israeliano continua a dire che la Palestina è terrorista, che Hamas è un terrorista, quando invece Hamas cerca soltanto di difendersi dai continui ed improvvisi attacchi da parte di Israele (Le ricordo i giorni di Piombo Fuso in cui hanno fatto una strage di poveri innocenti utilizzando anche bombe al fosforo bianco e dove le ambulanze non riuscivano nemmeno a prendere i feriti e portarli in barella perchè venivano sparati dai cecchini!), con l'unica differenza che le bombe israeliane lanciate dagli aerei militari provocano dei danni smisurati e le morti di numerosi civili, mentre Hamas ha a disposizione dei piccoli missiletti di ferro lanciati soltanto a mano che non hanno nemmeno la capacità di oltrepassare il confine e il massimo danno che possono provocare è una piccolissima buca larga e profonda solo qualche centimetro!! La Palestina è priva di carri armati, è priva di navi da guerra, è priva di aerei militari..non ha NIENTE, non può difendersi con niente! Durante tutti questi anni di assedio i palestinesi sono stati massacrati, imprigionati, torturati, uccisi..uomini, donne, bambini..tutti! In quella terra c'è stato e vi è tutt'ora l'olocausto, si, esattamente questo, l'olocausto! Quello che gli ebrei hanno subìto dai nazisti durante la seconda guerra mondiale ora lo Stato di Israele lo sta perpetrando sui palestinesi!! Un anno fa una nave turca con a bordo diversi attivisti pacifisti, voleva cercare di raggiungere il porto di Gaza e portare agli abitanti degli aiuti umanitari, ma venne fermata ed assalita durante la navigazione dai corpi speciali dell'esercito israeliano e vennero uccisi 9 attivisti e feriti 50! Quest'anno la Freedom Flottilla ha cercato di fare altrettanto, questa volta con più barche e centinaia di attivisti provenienti da paesi europei e dall'America, ma queste barche sono state sabotate mentre erano ferme al porto della Grecia! I palestinesi non possono nemmeno ricevere aiuti umanitari, non possono nemmeno ricostruire le loro case, le scuole..perchè sono stati privati anche del cemento! Ecco, queste sono solo alcune delle verità che Lei, il governo italiano, la RAI, i telegiornali, i giornali...cercate sempre di seppellire! Come vede sono stata molto civile, non ho offeso nessuno, non mi permetterei mai. Nonostante questo so con certezza che Lei eliminerà comunque tutto quello che ho scritto perchè evidentemente Lei "non ha orecchie per ascoltare pur pensadola diversamente"!

Silvia Franceschini