martedì 5 luglio 2016

Preghiera di un bambino.."Signore, fammi diventare un televisore".





Un bambino pregava così: "Signore, oggi ti chiedo qualcosa di speciale..fammi diventare un televisore. Vorrei vivere come la tele di casa mia. Vorrei avere una stanza speciale in cui riunire tutti i membri della mia famiglia attorno a me. Essere preso sul serio quando parlo e diventare il centro dell'attenzione, che tutti ascoltino senza interrompere o fare storie. Vorrei sentire l'attenzione speciale che riceve la tele quando non funziona. Avere la compagnia di mio padre quando torna a casa, anche se è stanco per lavoro. Che mia mamma mi cerchi quando è sola ed annoiata, invece di ignorarmi. Che i miei fratelli litighino per avere la mia compagnia. E che possa divertire tutti quanti, anche se per la maggior parte non dirò niente di importante. Vorrei avere la sensazione che lascino perdere tutto per passare qualche momento insieme a me. Signore, non chiedo molto..solo di vivere come vive qualunque televisore." 
(tratto dal libro "PNL con i bambini" - Eric de la Parra Paz)

mercoledì 22 giugno 2016

La perfezione mi fa schifo. di Charles Bukowski




«La perfezione mi fa schifo, mi repelle. Tutte quelle donne e quegli uomini che cercano la perfezione negli stereotipi creati dalla società mi fanno venire il vomito. Fottuti manichini di carne, senza personalità o amore per se stessi. Stessi vestiti, stessa musica, stesse espressioni, stessi cibi, stesse scopate, stesse auto, stesse vite…e alla fine? Stessi suicidi neurali di massa. Perché vivere come un automa è senza ombra di dubbio un suicidio. Quando tutti si è uguali, tutti si è nessuno. La perfezione è un uccellino in gabbia che vive, mangia, caga e muore con il solo scopo d’essere ammirato. Io voglio vivere libero, spiumato, infreddolito, denutrito ma libero». 

Charles Bukowski

lunedì 20 giugno 2016

I diritti sono universali? - di Antonino Salerno



Che angoscia vedere questa povera gente, intere famiglie che fuggono dalle guerre scatenate spesso da noi a casa loro, dalla morte per fame, abbandonate a se stesse, disprezzate e trattate come appestati, come seccanti disturbatori delle nostre feste e del decoro cittadino. Famiglie costrette a viaggi infernali all'epoca di Easy jet, mentre noi svolazziamo allegramente a destra e manca per il week end. Le istituzioni europee mostrano la vera faccia del loro populismo ipocrita fatto di belle e edificanti parole per le prediche domenicali, democrazia, uguaglianza, diritti umani, giornata dell'infanzia e della donna e di ferocia per il resto della settimana. Fortunatamente le persone comuni sentono la vicinanza a questi loro simili in gravissima difficoltà e fanno quel che possono. I diritti o sono universali o sono solo regole per includere alcuni ed escludere altri.

Antonino Salerno

mercoledì 8 giugno 2016

Io sto dalla parte dell'infelicità. Fabrizio Caramagna



Apprezzo i vostri status sulla "vita che va vissuta" e la "felicità che va colta" e "un giorno senza sorriso è un giorno perso" e "il danzare anche sotto la pioggia" e "il sole che ride", ma io sto dalla parte dell'infelicità.
Senza l'infelicità non ci sarebbe mai stata l'arte, la musica e la letteratura.
Un uomo felice non avrebbe mai creato la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia e Amleto e Apocalypse Now. E forse non sarebbe mai andato sulla luna.


Fabrizio Caramagna

lunedì 30 maggio 2016

Tutti noi siamo Marcos





(dal comunicato del 28 maggio 1994)
 
"Marcos è gay a San Francisco, nero in Sudafrica, asiatico in Europa, chicano a San Isidro, anarchico in Spagna, palestinese in Israele, indigeno nelle strade di San Cristóbal, ragazzino di una gang a Neza, ebreo nella Germania nazista, ombudsman nella Sedena, femminista nei partiti politici, comunista nel dopo Guerra fredda, detenuto a Cintalapa, pacifista in Bosnia, mapuche nelle Ande, maestro nella Cnte, artista senza galleria o cartelle, casalinga un sabato sera in qualsiasi quartiere di qualsiasi città di qualsiasi Messico, guerrigliero nel Messico della fine del XX secolo, scioperante nella Ctm, reporter di note di riempimento nelle pagine interne, maschilista nel movimento femminista, donna sola nella metro alle 10 di sera, pensionato annoiato nello Zócalo, contadino senza terra, editore marginale, operaio disoccupato, medico senza impiego, studente anticonformista, dissidente nel neoliberismo, scrittore senza libri né lettori e, certamente, zapatista nel sud-est messicano. Marcos è tutte le minoranze rifiutate e oppresse, resistendo, esplodendo, dicendo "¡Ya basta!" – Ora Basta! Tutte le minoranze nel momento di parlare e maggioranze nel momento di tacere e sopportare. Tutti i rifiutati cercando una parola, la loro parola, ciò che restituisca la maggioranza agli eterni frammenti, noi. Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità, tutti noi siamo Marcos". 

giovedì 5 maggio 2016

Non esiste un'armata islamica o un gruppo terroristico.

“La verità è che non esiste un’armata islamica o un gruppo terroristico chiamato al Qaeda e qualsiasi ufficiale dell’Intelligence abbastanza informato lo sa bene. 

Esiste però una campagna di propaganda per far credere al pubblico di essere in presenza di un’identità indefinita che rappresenta il Male, solo per portare le persone ad accettare una leadership internazionale che combatterebbe il terrorismo. Dietro a questa propaganda ci sono gli Stati Uniti.” 

(Robin Cook, ex ministro degli Esteri britannico)

mercoledì 10 febbraio 2016

Giulio Regeni, ucciso nell'indifferenza del silenzio.



Giulio Regeni, un italiano...seviziato per NOVE giorni al Cairo perchè scambiato erroneamente (??) per una spia. Volevano a tutti i costi delle informazioni che lui non poteva sapere, era un semplice ed eccellente ricercatore, e per questo lo hanno ammazzato, dopo una terribile agonia e con una tale efferatezza da far rabbrividire chiunque. Aveva appena iniziato a scrivere per il quotidiano Il Manifesto, i suoi articoli rappresentavano la cruda realtà di un popolo colpito dalla "dittatura democratica" (così la chiamo io) di El Sisi, articoli talmente dettagliati ed obiettivi che soltanto leggendoli sembrava di vivere in mezzo al popolo egiziano. Un'altra vittima dell'ingiustizia, un'altra voce innocente ucciso nell'indifferenza del silenzio.

Silvia Franceschini

giovedì 4 febbraio 2016

Famiglie e luoghi comuni. di Silvia Franceschini


Le famiglie tradizionali etero non sono tutte composte da mariti e padri violenti, pervertiti, traditori ed assassini, come le nuove unioni gay non sono tutte composte da persone dolci, servizievoli, piene di amore e che non tradiscono mai. Gli etero non sono tutti mostri, come i gay non sono tutti santi.


Silvia Franceschini

sabato 23 gennaio 2016

Lo schiaffo è una bomba che scoppia in faccia (di Alberto Pellai)


 
Lo schiaffo è una bomba che scoppia in faccia
Fa sì che un bambino per sempre taccia.
Fa male alla pelle ma ancor di più
Mi affoga nell’ansia e non vengo più su.
Se credi che per riuscire a calmarmi
Lo schiaffo ti serve e può fermarmi
Ti dico che invece uno schiaffo è una bomba
Che spinge noi bimbi a un silenzio di tomba.
Così non potremo mai più raccontare
Che cosa ci aveva fatto arrabbiare.
A volte un capriccio vuol farti capire
Che provo qualcosa che non riesco a dire.
Ho poche parole e molti pensieri
Per dirti che anch’io ho momenti neri.
Se provo paura, ho il cuore in subbuglio
A volte qualcosa ti dico e farfuglio
Ma spesso è più facile per un bambino
Star zitto e fare il birichino.
Lo so che non devo farti arrabbiare
Ma a volte non mi so proprio fermare.
Tu mettimi allora in castigo e se puoi
Non darmi mai schiaffi è il patto fra noi.

(Tratto dal libro "Nella pancia del papà - di Alberto Pellai)

lunedì 4 gennaio 2016

"Così tra poco riavremo finalmente la schiavitù"




"Dove c’è lavoro per uno, accorrono in cento. Se quell’uno guadagna trenta cents, io mi contento di venticinque. Se quello ne prende venticinque, io lo faccio per venti. No, prendete me, io ho fame, posso farlo per quindici. Io ho bambini, ho bambini che han fame! Io lavoro per niente; per il solo mantenimento. Li vedeste i miei bambini! Pustole in tutto il corpo, deboli che non stanno in piedi. Mi lasciate portar via un po’ di frutta, di quella a terra, abbattuta dal vento, e mi date un po’ di carne per fare il brodo ai miei bambini, io non chiedo altro. E questo, per taluno, è un bene, perché fa calare le paghe rimanendo invariati i prezzi. I grandi proprietari giubilano, e fanno stampare altre migliaia di prospettini di propaganda per attirare altre ondate di straccioni. E le paghe continuano a calare, e i prezzi restano invariati. Così tra poco riavremo finalmente la schiavitù".

 (John Steinbeck, Furore, 1939)