(dal comunicato del 28 maggio 1994)
"Marcos è gay a San Francisco, nero in Sudafrica, asiatico in Europa, chicano a San Isidro, anarchico in Spagna, palestinese in Israele, indigeno nelle strade di San Cristóbal, ragazzino di una gang a Neza, ebreo nella Germania nazista, ombudsman nella Sedena, femminista nei partiti politici, comunista nel dopo Guerra fredda, detenuto a Cintalapa, pacifista
in Bosnia, mapuche nelle Ande, maestro nella Cnte, artista senza
galleria o cartelle, casalinga un sabato sera in qualsiasi quartiere di
qualsiasi città di qualsiasi Messico,
guerrigliero nel Messico della fine del XX secolo, scioperante nella
Ctm, reporter di note di riempimento nelle pagine interne, maschilista
nel movimento femminista, donna sola nella metro alle 10 di sera,
pensionato annoiato nello Zócalo, contadino senza terra, editore
marginale, operaio disoccupato, medico senza impiego, studente
anticonformista, dissidente nel neoliberismo, scrittore senza libri né
lettori e, certamente, zapatista nel sud-est messicano. Marcos è tutte
le minoranze rifiutate e oppresse, resistendo, esplodendo, dicendo "¡Ya
basta!" – Ora Basta! Tutte le minoranze nel momento di parlare e
maggioranze nel momento di tacere e sopportare. Tutti i rifiutati
cercando una parola, la loro parola, ciò che restituisca la maggioranza
agli eterni frammenti, noi. Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle
buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo
per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità,
tutti noi siamo Marcos".
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